Vorticità ottiche in astronomia

Scritto da:MD     Categoria: Atronomia







I fusilli di luce del dottor Fabrizio Tamburini

Fabrizio Tamburini, ricercatore precario del dipartimento di Astronomia dell’università di Padova, ha fatto una scoperta sensazionale in grado di cambiare il modo di osservare in Astronomia, ma che avrà implicazioni importanti anche in altri campi, dalla Medicina al Digitale Terrestre.

La teoria di Tamburini si basa sul concetto di vorticità ottica elaborato già molti anni fa da Ettore Majorana. La vorticità ottica è una particolare proprietà della luce grazie alla quale essa può attorcigliarsi e trascinare le particelle materiali in un vortice. Perciò il fenomeno è stato battezzato anche con i bizzarri nomi di “fusilli di luce” o “particelle ubriache”.

Secondo la teoria elaborata da Tamburini se si impartisce alla luce una determinata vorticità ottica si ottiene un potenziamento delle capacità degli strumenti ottici tra cui i telescopi e i microscopi. E il potere risolutivo di un qualsiasi strumento ottico aumenta di oltre un ordine di grandezza: questo significa che, per esempio, se si applicasse la vorticità ottica al telescopio Hubble, che ha un diametro di 2,4 metri, si potrebbero guardare le stelle come se si utilizzasse un telescopio con 24 metri di apertura.

E la teoria di Tamburini potrà essere applicata non solo alla strumentazione ottica, ma anche alle onde radio, in questo modo si potrà far stare in una sola frequenza fino a 100 canali, ad esempio del digitale terrestre, contro i 5 attuali.
Nonostante una scoperta da candidatura al premio Nobel, Tamburini resta un precario.

 

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